Una caratteristica comune a tutti gli hotel che si visitano (o dei quali, molto più semplicemente, si vedono le insegne!) è la loro classificazione secondo una tabella che va da una a cinque stelle. Ma come vengono assegnate?
Intanto va detto che paese che vai, numero di stelle che trovi. Questo succede perché nonostante il numero di stelle sia fisso e così anche il passaggio dall’una all’altra, ci sono stati tentativi di unificare questo “rating” ma la verità è che ogni paese decide a modo suo, e la decisione sul valore degli alberghi è presa spesso e volentieri sulla base del “buon senso” locale.
Il livello di pulizia e attenzione ai particolari tende a essere più elevato in nazioni come l’Italia, il che si riflette nel voto finale: un tre stelle di casa nostra a un turista straniero potrebbe sembrare un quattro stelle di paesi come l’Inghilterra o viceversa potrebbe non impressionare particolarmente un turista giapponese, che è abituato a standard più elevati. Lungi dall’essere razzismo, si tratta di differenti abitudini di vita che si riflettono sul modo di viaggiare e soggiornare!
Questa differenza si avvertiva peraltro anche da una regione all’altra d’Italia, perché prima del 2008 queste sceglievano in autonomia i criteri con i quali assegnare le stelle agli alberghi. Solo da quell’anno esistono regole nazionali, che prevedono misure precise per le stanze, bagni non in comune con gli altri ospiti, pulizia almeno una volta al giorno, riscaldamento, tv e telefono in ogni camera… Esistono moltissimi parametri ai quali queste strutture devono adeguarsi, pena il declassamento. I controlli sono rigidi, e in genere si consiglia di evitare di soggiornare in luoghi che non espongono il numero di stelle in maniera ben visibile.